Un mese e passato, e inizia a profumare di Congo.
Gli stessi vestiti che si alternano e che ritorno ad indossare ogni 3 giorni.
Ci sono le due camicie in lino che hanno fatto troppa strada e han deciso di logorarsi e di rimanere appese al palo posteriore della zanzariera del letto.
Le restanti due le tratto come reliquie da utilizzare nei momenti importanti, quindi per il resto del tempo, ci sono le T-shirt marchiate INTERSOS che mi accompagnano nei giorni, nei momenti liberi utilizzo le altre magliette.
Diciamo che ho un guardaroba scarno, all’osso ma per il momento mi va piu che bene, riesco a riempire per meta le tre mensole della camera.
Questo ottobre mi ha dato modo di viaggiare ed osservare un po il distretto dell’Haute Uele, nella provincia Orientale, che chiamarla provincia risulta un po riduttivo, essendo due volte la Francia.
Dopo il primo giorno a Bunia, e la mia installazione a Dungu, centro nevralgico del nuovo mondo, forse, dovrei chiederlo a Jovanotti, ho preso contatto con gli altri due villaggi in cui abbiamo due progetti e diverse attivita.
In primis si e andati a Doruma : cittadella, anzi meglio paesello a 210 km nord rispetto a Dungu. Via gomma ci si impiegherebbe due giorni e mezzo, per via dell’unica strada per meta ancora disastrata e ancora non totalmente sicura.
Quindi voli charter attraverso le compagnie Echo ( Unione Europea) e Monusco ( Caschi Blu U.N.).
Si prenota almeno con due giorni di anticipo, il giorno prima si chiede conferma, dato che normalmente nessuno ti avvisa.
Al mattino stesso si chiama Radio Room, centralino di tutti i voli aerei nella provincia Orientale per conosscere l’ora effettiva della partenza.
Quaranta minuti prima dell’ora X, si lascia la base, si attraversa il fiume su un doppio ponte ad una corsia costruito forse da Italiani nel 1942, si attraversa il centro e si percorrono 15 km direzione PAM, ( non supermercato bensi Progetto Alimentare Mondiale e per il momento nostro fornitore unico di carburante per generatori e mezzi di trasporto). Raggiunto l’aereoporto in terra rossa ( per i geologi appassionati chiamasi qua limonite) ci si affianca alle altre decine di 4x4 delle diverse Ong o U.N.
Poi qualcuno si muove, il piu lesto a notare l’atterraggio del charter, si forma una carovana e si raggiunge la zona di salita. Il check in e diretto con la hostess o lo stuart di turno, un elenco, una firma, un bagaglio nella stiva, uno a mano, pesi e dimensioni ridotte per le altrettante mini dimensioni del velivolo. Si parte.
Doruma : continua la foresta, chi la chiama equatoriale, chi erboricola. Geografi o botanici del mondo, informatemi a riguardo. Thanks.
Di capanne ce ne sono di meno. Giusto tre costruzioni in cemento e mattoni e la chiesa.
L’aereoporto e mini, giusto una striscia di terra rossa, piena di buche e erbacci altri tre metri intorno.
All’arrivo una ventina di bambini guardano i nuovi discesi e salutano ridendo.
Una colonna delle FARDC arriva per un incontro col colonnello, tutti imbracciano kalashnicov, uno attirittura ha un lancia missili, e il primo che vedo da vicino e non mi piace per nulla !
Si va nella nostra base, siamo alloggiati in una vecchia casi di preti, una delle tre case in cemento.
Negli anni 70 vivevano dei preti italiani, c’e ancora un armadio, nel nostro attuale refettorio pieno di libri, sulla chiesa , filosofia e Africa. Degli ultimi me ne prendo un paio.
Due stanze da letto, un refettorio, un uffico e un bagno tutti in fila lungo un porticato nella corte interna.
Tutto appartiene al vescovo di Dungu, un po come negli altri villaggi.
Di fianco due suore gestiscono una grande tenuta come affita camere per gli internazionali.
Alcune voci parlano anche di servizi agli uomini di passaggio. Noi italiani potremmo compararli agli annunci di giovani massaggiatrici nelle ultime pagine dei giornali carta straccia che circolano nelle nostre citta.
Tutti devono campare e le vie del Signore sono infinite.
Tra l’altro in Congo, tra i mille fogli, le firme, le richieste, le procedure che bloccano il sistema , ci si aiuta sempre con un fantomatico Art. 15 che e perentorio : Bisogna Arrangiarsi !
Il faut se débrouiller mes chers amis, bien sure! Bienvenus au Congo. Pas trop différent de l’Italie car même !
Ottima carne di antilope con un sugo rosso con funghi di sotto bosco ci allietano i nostri pranzi, almeno i primi, poi quando inizi a trovare sempre le stesse cose, beh apprezzi a denti stretti, quando poi ti trovi anche la zucca cotta alle 7 del mattino, beh non e proprio tutta questa leggerezza. Ma si mangia tutto, con una bella tazza di the caldo !
Per fortuna ci sono le suore col loro forno che ci preparano pure una torta( 10$) semplice ma decisamente meglio della zucca.
Tra l’altro scopro che Doruma sulla mappa congolese ha anche un altro nome, impronunciabile.
Ancora piu difficile da trovarci !
Ora due costruzioni inizieranno : una scuola e un ambulatorio. in arrivo 620 sacchi di cemento direttamente da Kampala.
Domanda per voi lettori, il primo che risponde avra un pensiero dal Congo :
Se un mattone pesa 1 kg + mezzo mattone, qual e il peso di un mattone ? un po di algebra gente!
Abbiamo preso la macchina e abbiamo attraversato la foresta per 50 km, 3 ore di viaggio, di buche, di aquitrini, di impantanamento . Cosi ho scoperto come funziona il cavo di acciaio sulla testa del nostro Land Cruise. Legato au un grosso albero ci ha tirato fuori.
Arrivo a Masombo, a pochi Km dal confine sud sudanese. Poca gente che parla il francese, il capo comunita. Due arance gustose, un incontro con i saggi e ritorno alla base. Qua ci sara la fornitura eper l'attivazione di un ambulatorio.
Doruma, mi vuole con se, e il giorno della partenza, un mega temporale fa saltare il volo. Quindi anche week end nel villaggio. Giro in moto, enduro per le stradine, nella brousse.
Inizio a conoscere la moto e inizia ad essere figo. Tutte le stradine iniziano a diventare conosciute. Beh tutte, quelle principali, anche se somigliano tutti a dei sentieri.
La settimana e finita, un attacco al basso ventre giusto per ricordarmi dove sono e via sul charter di ritorno a Dungu.
Seconda missione : Duru.
Questa volta via auto, 90 km in 3 ore, una pista appena messa a posto per i primi 30 km ci fanno viaggiare veloci, poi la foresta e tutto va a rallentatore. Boscaglia e 18 km in piena foresta, nessuna capanna, silenzio e migliaia di farfalle colorate nelle pozze d’acqua.
Poi si arriva a Dungu, qui la cattedrale e qualcosa di incredibile, soprattutto nel paesello in cui mi trovo.
Qua la base e da restrutturare totalmente, non ancora abitabile, trovo giaciglio dai soliti preti, questa volta comboniani.
Un piccolo mercato del giovedi convoglia le genti limitrofe.
Arance, arachidi, farina di manioca, cipolle e olio di palma.
Poi troviamo un antilope e un facocero.
Delizie per il palato, carne morbida, accompagnata dai soliti fagioli e da una boulle di manioca o del riso.
Conoscenza col comandante delle FARDC e con il maggiore dei caschi blu U.N.
Opzione futura possibile, viaggio in elicottero. Gia annotata nel block notes.
Il fango diventa amico, anche se la macchina rimane bloccata piu volte, ci conosciamo un poco, ci conosceremo sempre meglio.
Ritorno a Dungu, per il week end. Serata tra internazionali e orticello da coltivare. Melanzane, pomodori, basilica, prezzemolo, carote.
Immaginate sole caldo e acqua continua, tutto cresce veloce. Cosa si potrebbe piantare in un terreno cosi ? Consigli gente ! Sempre apprezzati !
Da Dungu a voi !